ASCENSIONE del SIGNORE . domenica 28 maggio

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Atti, 1,1-11

Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio 2fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni». Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

 

Il breve prologo agli Atti unisce questo libro al Vangelo secondo Luca come la seconda parte (“discorso”, v. 1 letteralmente) di uno stesso scritto, e offre una sintesi del quadro del ministero terreno di Gesù (vv. 1-3). È un riassunto che contiene indicazioni preziose: Luca vuole infatti sottolineare come gli apostoli, scelti nello Spirito, sono testimoni di tutta l’opera, l’insegnamento, la passione e la risurrezione di Gesù e depositari di istruzioni particolari date dal Risorto prima della sua ascensione al cielo. La loro autorità è, quindi, voluta dal Signore, che li ha posti a fondamento della Chiesa di tutti i tempi (Ef 2,20; Ap 12,14). Gesù mostra di avere un disegno che sfugge ai suoi (vv. 6s.). il regno di Dio di cui parla (v. 3b) non coincide con il regno messianico di Israele, il tempo del suo compimento è noto solo al Padre e le sue frontiere sono “gli estremi confini della terra” (vv. 7s.). Gli apostoli ricevono dunque una missione, ma non spetta loro ‘programmarla’. Essi devono solo essere totalmente disponibili allo Spirito, promesso dal Padre (vv. 4-8). Come un tempo Abramo, anche gli Apostoli devono uscire dalla loro terra – dalle loro sicurezze, dalle loro attese – e portare il vangelo in terre lontane, senza temere persecuzioni, fatiche, rifiuti. La consegna della missione si eleva in alto, al cielo (cioè a Dio) sotto gli occhi degli apostoli – testimoni quindi anche della sua glorificazione – finché una nube lo sottrae al loro sguardo (cfr. Dn 7,13). Tutto il ministero di Gesù è presentato da Luca come un’ascensione (dalla Galilea a Gerusalemme e da Gerusalemme al cielo) e come un esodo, che ora si compie definitivamente: nell’ascensione si realizza pienamente il ‘passaggio’ (pasqua) al Padre. Come annunziano due uomini (“in bianche vesti” – cioè due inviati celesti – egli tornerà un giorno, glorioso, sulle nubi (v. 11). Non occorre ora scrutare ansiosamente i segni del cielo, poiché si tratterà di un evento manifesto quanto la sua dipartita. Allora sarà il tempo della storia nell’eterno, la pasqua del creato in Dio, l’ascensione dell’umanità nell’abbraccio trinitario.

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