ASSUNZIONE di MARIA . martedì 15 agosto

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Apocalisse 11,19; 12,1-6.10

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

 

Il “segno grande” della donna vestita di sole, in procinto di dare alla luce un figlio, è preceduto da un’altra apparizione, che ha luogo nel santuario di Dio nel cielo: “Apparve nel santuario l’arca dell’alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una grande tempesta” (così Ap 11,19). Il quadro descrittivo qui evocato rimanda chiaramente alla grandiosa teofania sinaitica (Es 19, 16- 18). Conclusa l’alleanza ai piedi della santa montagna del Sinai, Dio ordina di costruire l’arca, quale segno visibile della sua dimora in mezzo al suo popolo (Es 25, 8).

L’autore dell’Apocalisse da una parte fa memoria dell’arca della prima alleanza (Ap 11, 19). Dall’altra, però, sembra dire che con l’avvento del Cristo un’altra arca assurge a simbolo tipico dell’alleanza nuova. Questa seconda arca, che porta a compimento le valenze profetiche dell’arca antica, è la ‘Donna’ che ha in grembo un figlio maschio, il Cristo Messia (Ap 12, 1-5). Il grembo di lei è la nuova arca dell’alleanza, che porta in sé la presenza incarnata del figlio di Dio. Lei stessa, nell’interezza della sua persona, è semplicemente “la Donna dell’alleanza”. Infatti ella aggrega simultaneamente – con valenza simbolica – Eva, Israele e la Chiesa: un trinomio che parte dall’antica alleanza per confluire nella nuova. Nella ‘Donna’ dell’Apocalisse, che non ha un nome proprio, è dato di ravvisare la donna Eva di Gen 3. Ad un secondo livello, la ‘Donna’ rappresenta la Donna Sposa dell’Antica Alleanza, ossia il Popolo d’Israele composto dalle 12 tribù, simboleggiate dalle 12 stelle (cfr. Gen 37,9). Infine la stessa ‘Donna’ è figura della Chiesa di Cristo. Difatti poco dopo essa appare quale Madre del Messia, innalzato al trono di Dio (v. 5), e di coloro che vivono i comandamenti divini, rendendo testimonianza a Gesù (v. 17).

Il parto della ‘Donna’ è un codice simbolico che allude alla passione – risurrezione di Cristo. Il figlio maschio da lei partorito è lo stesso Cristo risorto. Il Padre lo ‘rapisce’, cioè lo sottrae al potere dei suoi nemici con l’energia divina dello Spirito, e lo intronizza alla sua destra come Re messianico. Il Risorto è dunque l’Uomo nuovo nato al mondo della nuova creazione inaugurata dalla sua Pasqua (cfr. Gv 16,21s.; 19,5; At 13,32s.). la persecuzione scatenata contro Cristo il Messia si prolunga ora nella sua Chiesa (Gv 15,18), peregrinante nel deserto verso il suo Signore (Ap 12,6.14). egli l’assiste, secondo la promessa: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia. Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33; Ap 13,17).

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