BATTESIMO di Gesù . 8 gennaio

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Isaia 42,1-4.6-7

Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.

È il primo dei quattro cantici del ‘Servo sofferente’ (cfr. Is 42,1-7; 49,1-6; 50,4-9a; 52,13-53,12), opera di un discepolo del Secondo Isaia, la cui descrizione ci riporta ai tempi dell’esilio o subito dopo di esso. Viene presentato, infatti, un personaggio misterioso, l’unto del Signore, che per i suoi tratti incarna sia il popolo eletto che alcuni personaggi storici d’Israele. Il Nuovo Testamento vedrà nei lineamenti di questo personaggio la storia e i fatti dolorosi di Gesù di Nazareth. Il Servo è presentato qui nell’atto di compiere la sua missione, cioè di restaurare l’alleanza con Dio e di ricondurre il popolo dall’esilio in patria. Per questo tale personaggio è stato formato fin dal seno materno, scelto da Dio e ricoperto del suo Spirito, per portare a tutte le genti la Parola e la novità di Dio (v. 1). Si presenterà con un atteggiamento pieno di mitezza e di benevolenza senza spegnere ogni tentativo di bene; avrà il coraggio nelle prove e nelle sofferenze che non gli mancheranno, e le sue armi saranno quelle della pace (vv. 2-4). Le sue prerogative sono quelle di re, sacerdote e profeta. Come re è chiamato a proclamare «il diritto con fermezza» e a stabilire «la giustizia», cioè a realizzare la salvezza che viene da Dio (v. 6a). come sacerdote compirà la sua missione rendendosi «alleanza del popolo», e come profeta comunicherà la volontà di Dio e sarà «luce delle nazioni» (v. 6b; cfr. Lc 1,79; 2,29.32; Gv 8,12). La sua missione, animata dallo Spirito, avrà soprattutto lo scopo di liberare l’uomo nel suo intimo da ogni male. I ciechi che vivono nelle tenebre, allora, riavranno la vista per riprendere il giusto cammino verso la vera vita. I prigionieri riavranno la loro libertà, quella dei figli di Dio redenti e amati (v. 7).

Torna indietro