CORPUS DOMINI . domenica 23 giugno 2019

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 1Corinzi 11,23-26

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

 

L’interpretazione che Paolo qui offre dell’eucarestia è molto antica. I verbi utilizzati – ‘trasmettere’, ‘ricevere’ (cfr.23) – vogliono essere la garanzia che le parole che il brano ricollega al Signore Gesù sono autentiche: si tratta, infatti, di termini usati per descrivere l’insegnamento rabbinico, che era sottoposto a precisare regole di trasmissione (cf. anche 1Cor 15,3). È proprio questa catena non interrotta di tradizione che permette a Paolo di interpretare con autorità la cena eucaristica di fronte alla comunità di Cristo. Questa vivace comunità, infatti, prendeva parte alla cena eucaristica senza porsi di fronte alla domanda sul reale significato di essa. Diventava un momento di semplice festa e di incontro, senza collegamento con la storia di Gesù (cfr. vv. 18-21). Proprio questo collegamento è quanto Paolo vuole sottolineare con il suo intervento. Da questa prospettiva, la cena cristiana diventa ricordo a memoria di una storia: la storia del Maestro di Nazareth, che nel momento del ‘tradimento’ (cfr. v.23; Lc 22,1-6.21-22.48 e passim) condivide con gli altri un banchetto di comunione e, offrendo pane e vino nella cena, interpreta la propria storia come l’inizio di una nuova alleanza tra Dio e il so popolo (v.25). il realismo della parole di Gesù è forte, talmente forte che il ricordo non resta semplicemente nel passato, ma entra nel presente per trasformarlo: “Fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me” (v.25). il commento finale al nostro brano riprende esattamente questa suggestione: la cena eucaristica diventa annuncio dell’efficacia della morte e della resurrezione di Gesù in tutta la storia, passata, presente e futura.

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