CRISTO RE . domenica 20 novembre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. 2Samuele 5,1-3

Vennero allora tutte le tribù d'Israele da Davide in Ebron e gli dissero: «Ecco noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: Tu pascerai Israele mio popolo, tu sarai capo in Israele». Vennero dunque tutti gli anziani d'Israele dal re in Ebron e il re Davide fece alleanza con loro in Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re sopra Israele.

 

È la terza unzione per il grande re, ora solennemente riconosciuto anche dalle tribù di Israele (cfr. 2Sam 2,4). Il testo presenta Davide come figura ideale di sovrano e lo fa attraverso alcuni elementi che rivestono un particolare significato. “Tue ossa e tua carne” (cfr. 19,3s.; Gen 2,23; 29,14) è un’espressione che indica la familiarità del sovrano con tutto il popolo, il legame di sangue, quello tipico dei clan patriarcali, richiamati dalla città di Ebron, dove sono sepolti Abramo e i suoi discendenti (cfr. Gen 23; 49,31; 50,13). La grande epopea davidica prevede che tutte le tribù – quelle del Nord come quelle del Sud – siano radunate sotto la guida di un unico sovrano e si riconoscano tra di loro come “tue ossa e tua carne”. In Davide si crea l’unità e la coesione di tutto il popolo. Le parole degli Israeliti legittimano, inoltre, la successione di Davide a Saul, dopo l’eliminazione del discendente di quest’ultimo, raccontata nel capitolo precedente.

Il sovrano ha un compito pastorale: proteggere la vita di tutto il popolo e guidarlo al benessere sulla terra (cfr. Sal 23; 72). Questa missione non è richiesta solo dai rappresentanti delle tribù del nord, ma dallo stesso Dio, che ha rivolto la sua promessa al figlio di Iesse (cfr. 1Sam 16,1-13; 2Sam 7,8). Sulla base del giuramento di Dio viene ora stipulato il patto tra il re e le tribù, un patto di fedeltà e di lealtà che rimandano alle prerogative stesse di Dio, il vero re che sta al di sopra di tutti gli uomini. Ogni sovranità sul popolo di Dio, dunque, rimanda alla sovranità di Dio e non può perseguire altri modelli monarchici, fondati sulla divinizzazione del re (cfr. Ez 28,1). Davide, per poter stare davanti a tutte le tribù e guidarle come capo, deve stare davanti al Signore ed essere guidato dalla sua Parola. 

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