CRISTO RE . domenica 26 novembre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Ez 34,11-12.15-17

Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. A te, mio gregge, dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Il testo, rivolto ai governanti del popolo, utilizza l’immagine del pastore riprendendo il tema di Ger 23,1-6. Ai re e a quanti esercitavano qualche autorità in Israele (sacerdoti e maestri), Dio rimprovera di non aver compiuto il loro dovere, di essere venuti meno alla loro funzione di guida del popolo. Tutto quello che essi hanno fatto al gregge-Israele è stato nefasto, deleterio e mortale: hanno pensato più a sé che al popolo, hanno usato violenza con i loro fratelli, hanno provocato la dispersione, ponendoli nelle mani dei popoli vicini.

Rinfacciando ai re le loro colpe, Dio annuncia che toglierà dalle loro mani il popolo ed egli stesso ne assumerà la cura, governando personalmente il suo gregge, come re e messia (vv. 11-16; cfr. Is 40,11; Sal 22).

Non si tratta, dunque, di sostituire dei capi indegni con altri capi alla guida del popolo; non si tratta di un cambio di ordinamento, ma l’annuncio di una vera teocrazia. La profezia divenne realtà, quando al ritorno dall’esilio di Babilonia il «resto di Israele» non ebbe più un re, ma l’annunciata teocrazia. Allora Dio stesso nutrirà il suo popolo, provvederà alle sue necessità e ai desideri di tutti.

Ezechiele inaugurò così la nuova teocrazia divina nella quale Cristo, vero pastore del popolo, pose i suoi nemici a sgabello dei suoi piedi. Egli, infatti, non ‘disperde’, ma ‘raduna’; conduce al pascolo le sue pecore e le fa riposare; va in cerca della pecora smarrita e fascia quella ferita.

Questi i tratti che i vangeli applicano a Cristo. Il re Messia è un re per gli altri: la sua regalità è dono di sé e servizio, non dominio, ma predilezione per i poveri e i deboli.

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