DOMENICA I di AVVENTO . 27 novembre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Isaia 2,1-5

Visione di Isaia, figlio di Amoz, riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vòmeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.

 

Suggestivo il titolo con cui si apre la prima lettura: “Visione di Isaia… riguardo a Giuda e a Gerusalemme” (v. 1). Il profeta è qui più che mai colui che sa guardare a fondo nelle cose e nel progetto di Dio per intravedere quanto ancora non esiste e per annunciare e favorirne l’esistenza. Gli elementi essenziali della visione sono vari, a partire da una rinnovata presenza di Dio che smuove anche le più accanite resistenze. Dio si manifesta sul monte. Il cammino prospettato è dunque tutto in salita. Tuttavia la potenza di attrazione della verità di Dio è tale che i popoli oseranno intraprendere un cammino non facile: “Tutte le genti affluiranno nel tempio del Signore” (v. 2). Se è vero che solitamente i fiumi scorrono verso il basso, ora il profeta dice che la potenza di attrazione della verità di Dio è tanto grande che il fiume dei popoli procederà nonostante debba muoversi in salita. Si deve sottolineare, di seguito, che ciò che spinge i popoli a salire è appunto il dono della parola di Dio, spesso dimenticata, ma che tuttavia sa ancora suscitare nei popoli grandi aspirazioni e mettere in moto energie nuove. Non si tratta però di una Parola facile, perché a Gerusalemme i popoli saranno giudicati. Ma lasciandosi giudicare da Dio, misurandosi con lui, gli uomini possono ritrovare la propria verità e, finalmente, il coraggio di lavorare per la pace, a costo di faticose trasformazioni: le armi diventeranno strumenti di lavoro e di promozione. Infine l’ultimo elemento della visione è il popolo di Dio, piccolo gregge che ha conosciuto il volto di Dio e che guiderà il corteo delle genti camminando “nella luce del Signore” (v. 5).

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