DOMENICA II di AVVENTO . 4 dicembre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Isaia 11,1-10

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare. In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa.

 

Isaia ci presenta l’immagine – ancora più suggestiva se collocata nel contesto precedente – di un nuovo germoglio che spunta su un tronco. Il profeta ha tracciato l’itinerario di un’invasione da nord da parte del nemico, al cui violento passaggio tutto viene distrutto; persino delle foreste lussureggianti resta soltanto qualche tronco tagliato (cfr. Is 10,33-34). In tale panorama di devastazione, ecco un virgulto su un ceppo, segno della vita che riprende e del rivelarsi della fedeltà di Dio alle sue promesse. Per essa continuerà a regnare la dinastia di Davide, segnata da molte prove e infedeltà. Il profeta sogna quindi un re gusto che si ponga interamente al servizio di Dio, faccia progetti saggi e abbia la forza per attuarli (vv. 3-4). Il fatto che si tratti di un “germoglio” deve ricordare che il personaggio annunziato da Isaia non ha la potenza politica e militare di Davide: sul giovane scelto da Dio e unto da Samuele mentre pascolava il gregge, ultimo tra i suoi fratelli, è invece scesa l’elezione divina. Dio vuol ripartire da capo. Il Nuovo Testamento ci insegna che egli ricomincia dal bambino di Betlemme e dal carpentiere di Nazareth: chi poteva pensare che Dio sarebbe ripartito così? Nel corso della lettura si descrive l’equipaggiamento del ‘germoglio di Iesse’: fondamentalmente si afferma che egli sarà dotato stabilmente dello Spirito del Signore con i suoi doni – sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza, timor di Dio -. Il dono dello Spirito non sarà più provvisorio, come avveniva per i ‘giudici’, gli antichi capi carismatici di Israele, bensì la sua presenza sarà permanente su Colui che Dio ha scelto. Ripieno dello Spirito, egli opererà per la giustizia e per i poveri, aprendo così il mondo alla speranza di un rinnovato paradiso terrestre, senza violenza e sopraffazioni (vv. 5-8). Il vertice della profezia è la promessa di un’effusione del dono della sapienza sul mondo intero: il paradiso può realizzarsi davvero ed è già anticipo su questa terra se e quando “la conoscenza del Signore riempie il paese” (v. 9) poiché nel momento in cui l’umanità conosce Dio intimamente, la terra cambia volto.

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