DOMENICA III di AVVENTO . 11 dicembre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Isaia 35,1-6.8.10

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: "Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi". Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà una strada appianata e la chiameranno "Via santa";su di essa ritorneranno i riscattati dai Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.

È una visione tutta segnata dalla gioia, quella della presente lettura del profeta Isaia. Non è necessario indagare in quale momento storico essa sia stata pronunciata; parla, infatti, di una trasformazione che non solo gli uditori di Isaia ma anche tutti gli altri uditori, di ogni tempo e luogo, possono interpretare secondo la propria situazione. All'inizio sta dunque il tema: una trasformazione radicale, annunciata con il simbolo della steppa o del deserto che diventa giardino (vv. 1-2a). Si spiega poi (vv. 2b-4) che un simile radicale cambiamento è possibile perché il signore viene e manifesta la sua gloria: "Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina, egli viene a salvarvi". Dio si mette dalla parte del povero e si impegna a rendergli giustizia (la "vendetta"), poiché riconosce il valore delle sofferenze subite e opera una distinzione tra il male e il bene (la "ricompensa"), portando l'uomo alla pienezza che egli desidera: il riconoscimento della sua dignità, la pace interiore, la comunione con Dio (la "salvezza"). La venuta di Dio rende di nuovo l'uomo capace di agire (le "mani fiacche"), rimette in cammino gli incerti (le "ginocchia vacillanti") e dona una nuova personalità (il "cuore") capace di decidersi con coraggio. Un segno particolare della salvezza sarà la guarigione dei bisognosi (vv. 5-6a). Tutte le categorie svantaggiate non saranno più tali, quando Dio sarà veramente riconosciuto presente. Infine ecco il simbolo della "strada": ci sarà una strada appianata, la "Via Santa" che condurrà i liberati fino a Sion, luogo della presenza divina (v. 6). È una promessa che vale sempre (v. 10), quella di un Dio che, rendendo veramente libero l'uomo, gli permette di camminare verso di lui, di ritrovare i fratelli nella sua casa, dalla quale né 'ciechi', né 'zoppi', né 'sordi', restano esclusi. 

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