I DOMENICA di AVVENTO . 1 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Romani 13,11-14

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

 

Un’esortazione all’inizio del v. 11 apre le luminose parole di Paolo: «Siate consapevoli del tempo (kairós)», cioè del momento che si sta vivendo. L’avvento è l’occasione buona per riprendere coscienza del ‘tempo’ che il cristiano vive come momento di grazia. Dalla visione di Isaia che si collocava «alla fine dei giorni», si passa ora al momento presente, quello «della fine», cioè al tempo decisivo, al tempo della luce in cui si può finalmente orientare la propria libertà sui grandi ed esaltanti sentieri della verità e dell’amore. Paolo anzitutto invita la comunità cristiana a cogliere il valore del cammino già fatto: a partire dal momento in cui ha ricevuto il dono della fede, si è avvicinata di più a Dio e questo le fa sentire ancor più forte il desiderio di vivere per lui. Poi presenta un’immagine che dà speranza: la notte è avanzata, il giorno è vicino. Il segno è che i credenti hanno già ricevuto le «armi della luce». Nel linguaggio di Paolo ciò significa che essi si sono già rivestiti del Signore Gesù come dell’abito che dona loro una nuova personalità. Questa nuova personalità va, però, rafforzata, combattendo appunto con le armi della luce che Paolo, altrove, ha così descritto: «Noi che siamo del giorno dobbiamo essere sobri, rivestiti con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la speranza della salvezza» (1 Ts 5,8). Infine l’Apostolo afferma che il giorno, benché vicino, non è ancora sorto del tutto; e in ogni caso i cristiani vivono già come chi è «in pieno giorno», coltivando non più i desideri della carne, cioè dell’egoismo, ma i desideri nuovi, quelli di Cristo.

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