I DOMENICA di AVVENTO . 3 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 1Corinzi 1,3-9

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. La testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente, che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

 

Rivolgendosi alla comunità di Corinto, Paolo descrive la situazione dei cristiani. Costoro si trovano come posti tra due tempi: il passato, in cui i corinzi hanno già sperimentato l’abbondanza dei doni di Dio, e il futuro, cioè il giorno della «manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo». Ne derivano due atteggiamenti: il ringraziamento e la speranza. Gli inizi della predicazione a Corinto sono stati segnati da un’abbondante effusione dei doni dello Spirito. È nata una Chiesa particolarmente vivace, nella quale per l’Apostolo non si pone il problema di stimolare la partecipazione, ma caso mai quello di orientare efficacemente al bene comune la ricchezza dei singoli. I doni e le manifestazioni della grazia, insegna Paolo, non sono stati dati come ornamento o motivo di vanto, bensì come compito e responsabilità, per aiutare i credenti a stare saldi «nella testimonianza di Cristo». Così riempiti di grazia, i credenti possono con fiducia camminare verso la manifestazione finale del Signore Gesù (v. 7), quando otterranno la piena comunione con lui. Ma prima ancora del loro impegno di vigile attesa, Paolo ama sottolineare che sarà Dio stesso a condurli verso questo incontro finale con il suo Figlio. I cristiani, che ben conoscono la propria debolezza, possono contare sulla fedeltà di Dio, che vuole con ogni mezzo portare a buon fine la ‘chiamata’ che ha loro rivolto.

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