II DOMENICA di AVVENTO . 9 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: Filippesi 1,4-6.8-11

Fratelli, prego sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

Dio mi è testimone del profondo affetto che ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

 

È la pagina di apertura della lettera ai Filippesi. Colpisce il tono affettuoso di Paolo, espressione della sua sollecitudine pastorale. Il tema che domina il brano è il progresso dei cristiani di Filippi. Per due volte si fa parola del “giorno di Cristo Gesù” (vv. 6 e 10), segno che questa attesa è ben viva nelle prime comunità. Tale attesa diventa stimolo all’impegno, perché il tempo presente è il tempo in cui il cristiano può “crescere”, aspettando l’incontro ultimo con lui.

Quanto poi alla crescita, Paolo ricorda anzitutto che Dio stesso la renderà possibile e la porterà a compimento (v. 6). Si tratta soprattutto di una crescita della “carità”, che a sua volta comporta un approfondimento della “conoscenza”, un affinamento della capacità di discernimento, la tensione costante verso il meglio, la trasparenza e l’integrità dei costumi: “Perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento” (v. 9).

Scopo ultimo di tutta questa grande tensione spirituale del cristiano rimane per Paolo “la gloria e la lode di Dio” (v. 11).    

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