II DOMENICA di PASQUA . 11 aprile

a cura di don Giuseppe

Giovanni 20,19-31

Gesù disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente!”. Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto, crederanno!” (vv. 27-29).

 

Gesù con un fare sereno e dolce si presenta dove erano radunati a porte chiuse i suoi seguaci e parla loro di andare a rimettere i peccati dopo aver ricevuto lo Spirito Santo. Iniziava così il momento della vittoria dopo la terribile passione che Gesù aveva sopportato per amore e per liberarci dalla schiavitù della colpa. I discepoli avevano preso tanta paura e se stavano ancora chiusi. Ma finalmente la presenza di Gesù offre loro tanta gioia e certezze. Solo Didimo Tommaso era un discepolo assente in quel momento e quando gli altri gli raccontano tanta gioia offre il fianco all’incredulità, anche un po’ enfatica, perché già pregustava la vittoria del suo Gesù, il quale, dopo otto giorni, ritorna e va da Tommaso dicendogli di mettere le dita nelle sue piaghe e la mano nel suo costato. Tommaso si inginocchia e, commosso, adora il suo Gesù risorto. Tommaso, come vedi, ha fatto l’incredulo come tante volte avrai fatto tu, ma poi ha creduto perché ha visto. Tu sarai ancora più benedetto da Dio, ché hai creduto senza aver visto, anche se la storia ti dà certezza di quello che è avvenuto.

 

Preghiera

O Dio, che in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza, fa’ che riconosciamo con la grazia dello Spirito il Signore presente nell’assemblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua risurrezione.

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