II DOMENICA di PASQUA . 8 aprile

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: 1Giovanni 5,1-6

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perché in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità.

 

Fede e carità, amore di Dio e del prossimo sono gli elementi essenziali che caratterizzano la vita del cristiano (cfr. 3,23; 4,11-20). Giovanni non si stanca di ripetere questa semplice verità approfondendola in modo sempre nuovo. Nella conclusione della sua prima lettera richiama alla rinascita battesimale e alle sue implicazioni (v. 1): «Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio». La fede che ci rende figli di Dio ci fa anche fratelli tra noi, tutti figli dello stesso Padre, legati dal vincolo dell’amore. Esso non è ‘sentimento’, ma adesione alla sua volontà, osservanza dei suoi comandamenti, che non sono gravosi, perché sono ‘peso’ d’amore, che suggerisce ogni delicata sfumatura di carità verso i fratelli (cfr. vv. 2-3). La vita filiale-battesimale «vince il mondo» – in 2,13 -14. Giovanni diceva: «avete vinto il maligno» – quando è vissuta consapevolmente giorno dopo giorno, poiché partecipa della vittoria unica e definitiva operata da Cristo con la sua morte e resurrezione, a cui nelle fede ci uniamo (vv. 4-5).

Gesù, infatti, non è venuto soltanto con l’acqua del battesimo che al Giordano lo ha manifestato a Israele, ma anche con il sangue della croce, per mezzo del quale egli ha attestato pienamente il suo amore al Padre e all’umanità operando la nostra redenzione (v. 6). E non ha lasciato alla sua Chiesa solo l’acqua battesimale, ma anche il sacramento del suo corpo immolato e del suo sangue versato, perché accostandoci alla grazia del battesimo e dell’eucaristia possiamo crescere nella comunione con Dio e con i fratelli, per dono dello Spirito, che, disceso sugli apostoli, guidi la Chiesa alla verità tutta intera (Gv 16,13-15), testimoniando le incommensurabili dimensioni della salvezza.

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