II DOMENICA dopo NATALE . 5 gennaio

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Efesini 1,3-6.15-18

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

 

Questa lettura comprende due parti distinte. La prima (vv. 3-6) contiene i primi versetti dell’inno cristologico: il tema riguarda la storia della salvezza, i cui protagonisti sono il Padre, Cristo e lo Spirito e la cui legge è l’amore gratuito di Dio. Il Padre è la sorgente, l’iniziatore e il termine di ogni cosa. Lo Spirito Santo è la garanzia e la caparra dell’eredità offerta all’uomo. Il Figlio, unico mediatore dell’opera divina, è colui che tutto compie e attua nella donazione di sé fino al dono della vita. Il Padre, infatti, che ha l’iniziativa di donare la salvezza, frutto della sua opera, si serve del “suo Figlio diletto” (v.6) per attuarla. L’attività delle tre persone divine, così, tende a portare la salvezza all’uomo, che sta al centro del disegno di Dio, anche se lo scopo ultimo della storia della salvezza non è l’uomo, bensì la gloria stessa di Dio. C’è da gioire e da rimanere senza fiato dinnanzi a questo piano che occupava nella mente di Dio: siamo inseriti nell’amore che il Padre nutre per il suo Figlio amato. Siamo anche noi nel circuito trinitario di un amore traboccante e senza fine, avvolti dall’abbraccio di Dio. E tutto questo tramite la Chiesa nella quale “in Cristo” diventiamo figli adottivi di Dio (cfr. Rm 9,4; Gal 3,1-7). Tutto è dono gratuito scaturito dal cuore di un Dio che ama l’umanità appassionatamente. La seconda parte (vv. 15-18) riflette i sentimenti di ringraziamento di Paolo verso Dio per i suoi fratelli di fede, su cui invoca la sapienza divina e i doni della piena santità e dell’amore vero.

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