II DOMENICA "per ANNUM" . 19 gennaio

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 1Corinzi 1,1-3

Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!

 

Inizia oggi la prima lettera di Paolo alla comunità di Corinto. Troviamo, come d’abitudine, il saluto che contiene gli elementi tradizionali, quali il mittente, il destinatario e l’augurio iniziale. Appare subito l’esuberanza di titoli e di esplicitazioni che accompagnano sia il mittente sia i destinatari.

Il nome di Paolo è arricchito dal titolo di “apostolo”, a indicare l’origine della sua missione. Quasi questo non bastasse, la duplice aggiunta – apostolo “di Gesù Cristo” e “per volontà di Dio” (v.1) – insiste sulla sacralità e sull’ufficialità del suo lavoro lungi dall’essere un titolo di vanto, la coscienza apostolica di Paolo serve a valorizzare il suo parlare e il suo agire. Paolo non agisce in nome proprio, né decide secondo un criterio puramente umano, egli è fondamentalmente un ‘chiamato’ che risponde alla sollecitazione divina. Paolo associa a sé Sostene, designato “fratello”. Esiste una delicata volontà di unirlo nel lavoro apostolico come collaboratore. L’apostolo non opera mai come un navigatore solitario, infatti, perché la sua vocazione divina lo mette in comunione con tutti coloro che Dio chiama al proprio servizio.

I destinatari della lettera sono collettivamente raccolti nel termine di “chiesa di Dio”, espressione cara a Paolo. Il termine ekklēsía indica l’assemblea liturgica convocata da Dio con speciale vocazione per essere il suo popolo santo. Questa nuova comunità, rispetto a Israele, è contrassegnata dal sigillo pasquale e ha in Gesù il vero agnello immolato. Essa è denominata in base alla città: “in Corinto”; la specificazione sta ad indicare una chiesa locale. La chiesa, nondimeno, è quella realtà nata alla confluenza dell’amore trinitario e dell’accettazione dell’uomo.

L’augurio iniziale è composto da un binomio che rimarrà costante in tutte le lettere: “grazia e pace”. Sono doni che hanno nel Padre e in Cristo la loro sorgente; esprimono la comunione con Dio nella sua fase di dono che permane, anche mediante la collaborazione umana (“pace”). L’inizio della lettera offre un’intonazione teologica che lascia ben presagire la sinfonia che si sviluppa in seguito.

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