III DOMENICA di AVVENTO . 15 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Giacomo 5,7-10

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

 

Queste righe della lettera di Giacomo costituiscono un bell’esempio di ‘sapienza’ cristiana, nella quale si fondono la tradizione giudaica, di cui Giacomo è figlio illustre, l’insegnamento di Gesù e la riflessione della Chiesa primitiva. Tutto quello che Giacomo insegna qui va letto alla luce della «venuta del Signore» (ripetuto due volte). L’autore educa i suoi destinatari a una spiritualità segnata da questa attesa: ci si prepara all’appuntamento con il Signore. Ne derivano molti preziosi consigli, di cui solo alcuni vengono ripresi nella nostra lettura. Sarebbe utile guardare anche il seguito, leggendo per intero il brano biblico fino al v. 20. Il consiglio fondamentale oggi sottolineato è quello della «pazienza» o, meglio ancora, della «grandezza d’animo». Può, infatti, essere paziente – nel senso di saper resistere nelle situazioni difficili – solo chi ha un animo grande, reso tale dalla presenza di una speranza che sia salda e forte. La pazienza poi, a sua volta, si esprime in diverse sfumature. «Guardate l’agricoltore», insegna Giacomo (v. 7): il contadino è preso come esempio di uno che sa attendere per il fatto che la sua non è una pazienza passiva, dal momento che egli prova il gusto e il coraggio di seminare proprio perché ha la certezza che la semina darà un frutto. Nella stessa direzione va anche l’insegnamento della pazienza dei profeti, che hanno parlato nel nome di Dio e hanno avuto il coraggio di farlo, anche se il frutto era spesso poco incoraggiante, nella consapevolezza che comunque solo Dio conosceva l’esito. Un secondo aspetto della pazienza è il buon uso della parola con gli altri: chi è paziente ha coraggio e sa incoraggiare («rinfrancate i vostri cuori», v. 8), mentre contemporaneamente sa evitare il continuo lamento, che non produce nulla.

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