III DOMENICA di AVVENTO . 16 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: Filippesi 4,4-7

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

 

L’invito alla gioia come pure il comando di non temere (“Non angustiatevi per nulla”: v.6), trovano per Paolo il loro fondamento nel fatto che “il Signore è vicino”. ‘Signore’ indica qui non solo Dio, ma Gesù, perché è in lui che Dio si avvicina all’umanità.

La lettera ai Filippesi mostra come la speranza del cristiano sia diversa dalla speranza di chi caparbiamente si impone di essere ottimista. Essa non si fonda su un sentimento di volontà personale, su una disposizione interiore all’ottimismo, ma sulla persona di Gesù che è garanzia dell’attesa al futuro. Tre parole esprimono qui il risvolto personale e comunitario della speranza: gioia, fiducia, pace.

La gioia deriva dal fatto di vivere in comunione con Gesù e con gli altri. Chi afferma ciò non è gaudente, ma un apostolo sofferente, in catene, che sollecita ripetutamente i Filippesi a gioire.

La fiducia: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche, ringraziamenti…” (v.6). Abbandonarsi a Dio non è una cosa indegna dell’uomo, non è un rifugio in un ondo irreale, ma fa parte della vera sapienza, perché “il Signore veglia sul cammino dei giusti” (1 Sam 2,9).

La pace: è il risultato di quanto precede. Come si vede dalle poche parole di Paolo, la pace non è assenza di preoccupazioni, ma frutto della potenza di Dio che custodisce il cuore e i pensieri dei credenti in Cristo Gesù (v.7), il che è ben diverso dal semplice ‘non avere pensieri’. La pace vera non è superficiale, ma afferra l’uomo là dove lui decide di sé stesso, nella mente e nel cuore, perché così anche le sue azioni e relazioni saranno azioni e relazioni di pace.

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