III DOMENICA di QUARESIMA . 15 marzo

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Romani 5,1-2.5-8

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

 

Riassumendo in un solo versetto (5,1) l’esposizione dei capitoli 1–4 della lettera ai Romani, Paolo descrive la condizione del cristiano nel tempo presente: egli è reso conforme al progetto di Dio attraverso la fiducia che ripone nel contenuto dell’«annunzio di salvezza» (kérygma). Questo gli dona di sperimentare la pace con Dio, perché è certo dell’amore di Cristo. Egli solo, che con la sua morte è mediatore della nostra giustificazione/riconciliazione (v. 10), può concederci fin d’ora di accedere alla grazia, alla comunione di vita con Dio (v. 2a). ciò suscita un’allegrezza nuova, pegno della gloria futura (v. 2b). Le tribolazioni non faranno che radicare più profondamente in noi la speranza (vv. 3-4). Essa infatti non delude, perché lo Spirito di Dio è stato riversato nei nostri cuori come potenza divina di vita nuova (v. 5) e generosa caparra della nostra eredità (Ef 1,14). Lo Spirito attesta al nostro spirito l’amore folle che Dio ha per noi in Cristo: egli ci ha portato la salvezza che ci rende giusti venendo a raggiungerci nell’estrema lontananza del peccato e dell’inimicizia (vv. 8-10); chi potrà allora separarci, nel tempo e nell’eternità, dal suo amore (Rm 8,38-39)?

Torna indietro