III DOMENICA di QUARESIMA . 19 marzo

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. ESODO 17,3-7

In quel luogo dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: “Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?”. Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: “Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!”. Il Signore disse a Mosè: “Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà”. Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?”

 

Nel suo esodo verso la terra promessa, il popolo ripetutamente soffre la fame e la sete. Fame e sete sono due costanti del cammino attraverso il deserto, terra di prova e di purificazione, dove si può avanzare solo per fede. L’episodio di Massa e Meriba è emblematico. Innanzitutto i nomi hanno un significato eloquente: Massa (tentazione, prova) e Meriba (mormorazione, protesta). Dopo il primo tratto di strada, già il popolo è stremato dalla sete. Qual è il suo atteggiamento? Notiamo i verbi: «contesta», «mormora», «mette alla prova». Diffida di Dio e teme che Mosè non sia l’uomo da lui mandato per salvarlo; di qui la domanda che denota il suo scetticismo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?» (v. 7). Si apre così il secondo momento del racconto: Mosè, quale intercessore, invoca l’aiuto del Signore, che risponde prontamente ordinandogli di percuotere la roccia con lo stesso bastone con cui aveva percorso le acque del Nilo: e ciò rende evidente al popolo incredulo la presenza continua di Dio, che, nella pienezza dei tempi, si manifesterà proprio come l’Emmanuele, il Dio‐con­noi. Mosè obbedisce, ed ecco scaturire una sorgente d’acqua. L’episodio sembra concluso. Eppure esso – come ogni evento, per quanto insignificante possa apparire – avrà una vasta risonanza sia nel popolo eletto (cfr. Sal 77,15­16; 94,8; 104,41; Sap 11,4), sia nella vita di Mosè, che porterà il peso della mancanza di fede del popolo e in sua vece dovrà morire fuori della terra promessa, contemplandola solo di lontano (cfr. Dt 34), ma divenendo così figura di Cristo, che prende su di sé il peccato dell’uomo.

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