IL SERVO DI DIO GIROLAMO MARIA BIASI È VENERABILE!

a cura di don Giuseppe

Una bella notizia per il Camposampierese…

Il SERVO DI DIO GIROLAMO MARIA BIASI E' VENERABILE!

 

Nacque il 7 dicembre 1897 a Sfruz (TN), da Giovanni e da Rosa Fedrizzi, terzo di nove figli. Al battesimo ricevette il nome di Arcangelo, che nel giorno della vestizione religiosa cambiò in quello di Girolamo Maria. A dodici anni, nel 1909, entrò nel Collegio di Camposampiero (Padova) dei Frati Minori Conventuali. Il 4 ottobre 1915 emise la professione semplice; quindi nell’ottobre del 1916 venne trasferito a Roma, dove il 18 luglio 1918, presso l’Ateneo Lateranense si laureò in filosofia e l’8 dicembre 1918 emise la professione solenne.

Nella fondazione della Milizia dell’Immacolata, fra’ Girolamo occupa un posto privilegiato, giacché “…tornando dalla Vigna”, confessa padre Kolbe “…per la prima volta misi al corrente di dare inizio all’Associazione fra’ Girolamo Biasi e padre Giuseppe Pal”.

Nella prima riunione, tenuta dopo i vespri della sera del 16 ottobre 1917, in cui ebbe inizio la Milizia dell’Immacolata. fra’ Girolamo Biasi fece da segretario.

Ammalato di tubercolosi, nel luglio 1918 fra’ Girolamo venne inviato a Genova nel convento di Bolzaneto, per rimettersi in salute. Trascorso il periodo di riposo tornò a Roma, ma in dicembre fu costretto a interrompere gli studi per il male che lo consumava. Venne richiamato in Provincia e destinato all’Arcella a completo riposo. Migliorate le condizioni fisiche, nel 1920 riprese il corso di teologia a Padova.

Il 16 luglio 1922 a Padova, nella Basilica della Madonna del Carmine, fu ordinato sacerdote dal vescovo Mons. Pellizzo. Celebrò la prima Messa sull’Arca del Santo, in seguito fu destinato a Venezia, alla parrocchia di S. Maria Gloriosa con l’ufficio di coadiutore.

Sette lunghi anni, trascorsi da un ospedale all’altro, tra Venezia, S. Pietro di Barbozza, Cherso, Pola, Pirano, Camposampiero. Nel suo cammino carico di sofferenza, seppe tener viva la fiamma della speranza, accettando la volontà di Dio, se pur desiderando la guarigione per poter lavorare nella vigna del Signore.

In mezzo alla sofferenza, riuscì a donare serenità e letizia ai frati e ai malati incontrati nei diversi ospedali, nonostante la più completa inattività e la solitudine a cui fu condannato. In quel suo letto di sofferenza, padre Girolamo pregava offrendo così, in modo eroico, il suo servizio sacerdotale.

Egli scriveva: “Gesù non vuole da me cose straordinarie, vuole però che Gli sia fedele nelle cose piccole e che in queste gli dia prova del mio amore”. E ancora: “La perfezione non consiste in cose ardue e difficili, ma nell’esatto disimpegno dei propri doveri, accompagnato da un grande amore verso Dio e da un’ardente carità verso il prossimo”.

Nella vigilia di san Luigi Gonzaga, 20 giugno 1929, all’Ospedale di Camposampiero (Pd), consumato dalla sua lenta malattia, moriva a 32 anni, sorridendo come era vissuto.

Riposa nella navata destra del Santuario della Visione a Camposampiero.

Il 17 novembre 2000 è stato riconosciuto a padre Girolamo Biasi il titolo di Servo di Dio. Il 22 dicembre 2018, papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione del decreto della Congregazione per le Cause dei Santi con il quale si attestano le virtù esercitate in grado eroico dal servo di Dio che, da questo momento, è “venerabile”. Sta ora procedendo la sua causa di beatificazione.

 

*Cosa significa “virtù esercitate in grado eroico”?

Due sono i requisiti indispensabili per aprire un processo canonico: la fama di santità e l’esercizio eroico delle virtù da parte del candidato. Significa che fra Girolamo, per tutta la vita, ha vissuto fedelmente il Vangelo, rispondendo di sì ad ogni chiamata del Signore, anche quando gli è costato sacrificio, rinuncia, persino il dono della vita. Il riconoscimento delle virtù eroiche è, quindi, un passaggio indispensabile per la beatificazione. Le virtù che bisogna accertare sono essenzialmente le tre virtù teologali – fede, speranza e carità – e le quattro virtù cardinali – prudenza, giustizia, fortezza e temperanza – cui si aggiunge l’agire nell’osservanza degli impegni religiosi come l’umiltà, la povertà, l’obbedienza, la castità. Quando si parla di eroicità delle virtù, s’intende anche il grado in cui esse sono state esercitate; lo stesso. Il grado eroico è riconoscibile dalla frequenza, dalla prontezza e dal carattere gioioso con cui si esercitano le virtù e si affrontano i grandi sacrifici o gli ostacoli della vita, superandoli con una forza che non viene da se stessi ma da Dio stesso.

 

*Cosa significa “venerabile”?

Quando il Servo di Dio è dichiarato “venerabile”, si può procedere con la causa di beatificazione. Prima, però, occorre presentare il “miracolo” che il venerabile ha ottenuto con la sua intercessione. Questo l’ultimo passo dell’iter, per il quale non possiamo che attendere e pregare. È possibile invece tributargli il semplice culto riservato ai fedeli defunti: lumi, fiori sulla tomba o davanti all'immagine, ma in forma privata, non pubblica, tanto meno in maniera ostentato. Ci si può raccomandare alla sua preghiera, come si fa con qualsiasi fedele, vivo o defunto, senza nessun atto di culto esplicito.

 

*Cos’è la “MILIZIA dell’IMMACOLATA”?

La Milizia dell'Immacolata (M.I.) è un'associazione pubblica internazionale di fedeli della Chiesa cattolica fondata da san Massimiliano Maria Kolbe nel 1917; è aperta a cattolici di ogni stato di vita e incoraggia tutte le persone di buona volontà a vivere un rapporto di filiale fiducia con la Madonna. La Milizia dell'Immacolata si propone di aiutare il cristiano a vivere un continuo processo di conversione e di sequela del Signore sul modello della Vergine Immacolata. I mezzi della M.I. sono la preghiera, la vita di gruppo, l'esercizio della carità espressa in molteplici forme.

Per maggiori informazioni consultare www.miliziaimmacolata.it.

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