IV DOMENICA di AVVENTO . 24 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Romani 16,25-27

A colui che ha il potere di confermarvi secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti perché obbediscano alla fede, a Dio che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

Con questo inno di lode Paolo chiude la lettera indirizzata ai Romani. In esso, nonostante la (relativa) stringatezza del testo, emergono tre temi fondamentali: Dio, il mistero, l’annuncio.

Dio è il termine della lode, è colui che dà stabilità, «colui che ha il potere di confermarci» (v. 25). È il solo «sapiente» (v. 27), dunque origine e fine di ogni umana ricerca.

Il mistero: questo vocabolo significa per Paolo il piano di Dio. Esso ruota attorno a Gesù. Rispetto a Gesù – centro della storia della salvezza – il tempo precedente può essere considerato il tempo della preparazione oppure anche il tempo del ‘silenzio’ di Dio, non perché Dio tacesse, ma perché il suo parlare non si era ancora manifestato nella Parola eterna del Figlio. Il tempo presente viene quindi valutato come molto importante: «ora» è il tempo della «rivelazione» (v. 25). Il tempo della fine è già presente, perché in Cristo si è data la rivelazione definitiva di Dio.

Il terzo tema fondamentale è poi quello dell’annuncio del Vangelo, che per Paolo contraddistingue il tempo presente. Siccome i cristiani vivono nel tempo ultimo, quello della rivelazione definitiva del Padre, questa parola del Vangelo non potrà che essere una parola per tutti, rivolta a «tutte le genti».

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