IV DOMENICA di QUARESIMA . 26 marzo

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. 1SAMUELE 16,1b.4.6-7.10-13

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato. Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

 

Con l’unzione di Davide la regalità passa alla tribù di Giuda: si adempie così la predizione fatta da Giacobbe morente mentre guarda al futuro delle tribù (Gen 49,8-12). Anche il vecchio Samuele deve imparare a vedere con lo stesso sguardo di Dio. Il Signore infatti «ha visto» (come si esprime il v. 1b alla lettera) tra i figli di Iesse un re secondo il suo volere e ora manda il profeta a consacrarlo. Come individuare tra i giovani che gli sfilano davanti colui che Dio ha scelto? Samuele ‘vede’ le qualità del primogenito, simili a quelle di Saul, ma il Signore gli indica un altro criterio di discernimento: il vedere di Dio, infatti, è diverso dal guardare dell’uomo (v. 7, nell’originale), in quanto si rivolge al cuore e non all’esteriorità. Conformandosi a questo sguardo di Dio, Samuele potrà scartare gli aitanti figli di Iesse (vv. 8-10) e accogliere poi senza esitazione l’invito a consacrare re l’ultimogenito, neppure preso in considerazione da suo padre (v. 12). Su questo ‘piccolo’ si poserà stabilmente (v. 13b) lo Spirito del Signore, quello Spirito che solo occasionalmente aveva fatto irruzione nei giudici e che abbandona definitivamente Saul (v. 14), ripudiato da Dio per la sua orgogliosa indocilità.

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