MADRE di DIO . 1 gennaio

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Numeri 6,22-27

Il Signore aggiunse a Mosè: “Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro: Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò”.

Il primo giorno dell’anno civile la Chiesa celebra la festa di Maria, Madre di Dio, anche se le letture bibliche, anziché concentrarsi su Maria, evidenziano il Figlio di Maria e il suo nome, fatto che, lungi dal ridurre la funzione di Maria nella vita della Chiesa, la sottolinea proprio collocandola quale madre accanto al Figlio. Questa lettura riporta l’antica benedizione che i sacerdoti impartivano al popolo la sera delle solennità liturgiche, specie nella festa dell’anno nuovo. Benedire il popolo era prerogativa del re (cfr. 2Sam 6,18; 1Re 8,14.55) e del sacerdote (cfr. Dt 10,8; 21,5), che agivano in nome di Dio. La formula ricorda i beni che Dio darà al popolo che è alla sua presenza. Particolarmente significativi i due termini che aprono e chiudono la formula: benedizione («ti benedica»: v. 24) e pace («ti conceda»: v. 26). Il primo indica l’azione di Dio verso il popolo che è benevolenza, protezione e favore (cfr. Sal 4,7; 31,17) e significa invocare su di esso il suo nome (v. 27), perché il Signore sia fonte di salvezza. Il secondo indica il contenuto dei doni di Dio, che si riassume nel dono messianico della pace, cioè della pienezza della felicità (cfr. Sal 121,6-7; Gv 14,27). Il termine shalom ha un significato assai ampio e comprende pienezza, integrità della vita, ma soprattutto lo stato dell’uomo che vive in armonia con Dio, con se stesso e con la natura. In realtà è l’uomo nuovo, aperto pienamente a Dio, di cui Gesù è figura e modello, perché in lui si realizza l’incontro della libertà umana e divina. E Dio la concede a chi la cerca nella solidarietà fra gli uomini.

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