NATALE del SIGNORE . 25 dicembre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Isaia 9,1-3.5-6 (s. Messa della Notte)

Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madian. Poiché ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti. 

Tutte le letture bibliche delle messe di Natale, anche se con prospettive diverse, intendono rispondere a una domanda: qual è il senso del Natale? Iniziamo questo percorso dagli antichi profeti. L’oracolo di Isaia presuppone una situazione drammatica per il paese di Israele, perché lo strepitio delle armi risuona ovunque. L’invasione da parte degli Assiri (VIII secolo a. C.), entrati in Galilea, orami minaccia la stessa Giudea e Gerusalemme, e il popolo sotto il terrore nemico cammina nel buio e non sa dove andare. A questa gente il profeta annuncia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (v. 1). Poi, rivolgendosi a Dio, egli esclama: «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia» (v. 2). Che cosa permette agli uomini di passare dalla tenebra alla luce, dalla tristezza alla gioia? L’allusione di Isaia si riferisce alla fuga degli Assiri, ma il profeta di Dio parla anche di fuga di ogni nemico. Egli preannuncia la gioia per colui che sarà il «Il Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace» (v. 5), colui che, quale vero eroe di Israele, compirà tutto questo. Ma come ciò sarà possibile? Isaia risponde: «Questo farà lo zelo del Signore» (v. 6). Ecco dunque il senso e il messaggio più antico del natale: la fine della paura, la liberazione dalla dominazione nemica e tutto questo grazie ad un «bambino nato per noi» (v. 5: cfr. Is 7,14; Mi 5,1-3; 2Sam 7,12-16), ad un discendente di Davide, che darà vita ad una società dove ci sarà giustizia, pace, gioia e che donerà a tutti il coraggio di vivere.

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