NATALE di GESU' . lunedì 25 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Ebrei, 1,1-6

Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio.

 

Il prologo della lettera agli Ebrei, che contiene tutti i temi che l’autore intende sviluppare in seguito per rafforzare la fede dei cristiani provenienti dall’ebraismo, è un invito alla comunità cristiana a fissare lo sguardo sul mistero di Cristo fin dalla sua nascita, vertice della rivelazione di Dio (cfr. Gv 1,18; Gal 4,4).

Il Figlio Gesù, infatti, è la piena e completa rivelazione del Padre (v. 2). Egli, come il Padre, è Dio e Creatore, è “irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” (v. 3) e per questo è superiore a tutte le istituzioni religiose antiche, ai profeti e agli angeli (vv. 4-13; cfr. Fil 2,9) ed erede di tutte le cose (cfr. Rm 8,17; Mt 21,38). Per la missione che ha ricevuto dal Padre e ha compiuto tra gli uomini con l’annuncio della Parola di verità (cfr. Gv 14,6), egli ha tolto il peccato del mondo, ha ristabilito la comunione tra Dio e l’umanità, e con la sua morte e risurrezione è stato esaltato al di sopra di tutte le cose, “si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli” (v. 3; cfr. Rm 3,24-25; Col 1,13-14; Fil 29-11) ed è stato riconosciuto dal Padre quale Figlio unigenito. Questo è il mistero di Gesù che è stato rivelato, che è presente e vivo nella Chiesa e che ogni credente deve imitare per essere manifestazione di Dio tra gli uomini e aver parte all’intimità di Dio.

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