NATIVITA' di SAN GIOVANNI BATTISTA . domenica 24 giugno

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: Atti 13,22-26

In quei giorni, Paolo diceva: “Dio suscitò per Israele come Re Davide, al quale rese questa testimonianza: ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere”. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio ha suscitato a Israele un salvatore nella persona di Gesù. Giovanni, prima della venuta di lui, aveva predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d’Israele. E quando Giovanni stava per concludere la sua missione disse: “Che cosa pensate voi che io sia? Io non sono il Messia; ma ecco, dopo di me viene uno, al quale io non sono degno di slacciare i calzari”. Fratelli miei, figli della discendenza d’Abramo, e tutti voi che avete timor di Dio, a noi è stata mandata la Parola di questa salvezza.

 

Nel suo discorso nella sinagoga di Antiochia, Paolo fa esplicito riferimento alla figura e alla missione di Giovanni Battista, segno della grande importanza che l’immagine gigantesca di questo profeta aveva in seno alla primitiva comunità cristiana.

In questa pagina emergono due grandi figure: quella di Davide e quella, appunto, di Giovanni Battista. Sono due profeti che in diverso modo e in tempi diversi hanno preparato la venuta del Messia. A Davide era stata consegnata una promessa, mentre Giovanni doveva predicare un battesimo penitenza. Ambedue rivolti al futuro Messia, ambedue testimoni di un Altro che doveva venire, oppure doveva essere riconosciuto come Messia. Quello che colpisce ancora di questa pagina è la chiarezza con la quale Giovanni Battista identifica Gesù e, conseguentemente, definisce se stesso. È questo il primo e insostituibile compito di ogni autentico profeta.

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