PASQUA . domenica 16 aprile 2017

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. ATTI 10,34a.37-43

Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».

 

Ricolmo di Spirito Santo, Pietro in un denso e scultoreo discorso riassume tutta la vicenda di Gesù di Nazaret. Per mezzo di Pietro, che ormai ha lasciato cadere le barriere della stretta osservanza giudaica, l’annunzio della salvezza- il kerygma- raggiunge per la prima volta i pagani, molti dei quali pervengono alla fede perché il loro cuore è aperto all’ ascolto. Nel riferirci questo discorso Luca ci trasmette dei frammenti autentici del ministero di ‘ prima evangelizzazione’ della Chiesa nascente. Unico è il tema della predicazione: la persona stessa di Gesù di Nazaret, il Messia consacrato da Dio in Spirito Santo (v. 28). Gli apostoli possono testimoniare come nella sua vita terrena egli abbia operato miracoli, guarito malati, liberato dal maligno coloro che stavano sotto il potere di satana. Tuttavia la fede, lo slancio missionario, la gioia incontenibile dei suoi discepoli provengono dell’esperienza del mistero pasquale, dall’incontro con Cristo risorto, che essi credevano morto per sempre. Di ciò rendono testimonianza. Quel Gesù che, respinto, è morto crocifisso, “Dio lo ha resuscitato” suggellando così la verità della sua predicazione. Importate notare che qui la resurrezione è attribuita a Dio e non alla potenza propria di Cristo, e ciò attesta l’antichità di questo frammento kerygmatico. E Pietro insiste nella sua foga: queste non sono favole o suggestioni, ma la realtà così concreta da poter essere descritta con due termini molto quotidiani “Abbiamo mangiato e bevuto con lui”. Gesù si è manifestato a: “testimoni prescelti da Dio” ma queste elezioni è orientata ad un’apertura cattolica universale. Gli apostoli hanno il compito di annunziare, perché tutti devono sapere che Dio ha costituito giudice dei vivi e dei morti (cfr. Dn 7,13; Mt 26,64). Il Crocifisso-Risorto che, mediante il proprio sacrificio ha ottenuto la remissione dei peccati per chiunque crede in lui (vv. 42s.).

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