PRESENTAZIONE d. SIGNORE . domenica 2 febbraio

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Ebrei 2,14-18

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

 

Carne” e “sangue” furono dal nemico ridotti in potere della “morte”. Carne e sangue vengono dal Cristo, Dio fatto uomo, divinizzati e liberati da tale schiavitù. La stirpe di Abram viene così restituita alla vita. Non solo, ma ad alleanza perenne del mistero della fede, mistero della redenzione e mistero della risurrezione della carne per la vita eterna, ecco quel Figlio unigenito divino presentarsi non solo come primo tra molti fratelli, bensì per loro farsi anche sommo sacerdote, mediatore nella sua divino – umanità, della fedeltà di Dio, Padre della vita. Il sommo sacerdote è infatti definito “misericordioso”, perché viene ed è “per noi uomini e per la nostra salvezza”.

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