SANTA FAMIGLIA . domenica 30 dicembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: 1Giovanni 3,1-2.21-24

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

 

Giovanni sviluppa il pensiero che Gesù è giusto, senza peccato, fu sottomesso alla volontà del Padre ed è modello per i cristiani. A sua volta il credente vive nella giustizia ed è figlio di Dio (v. 1) e non può commettere il peccato (cfr. 3,9; 4,7). L’agire cristiano dimostra la nuova nascita. Ma è solo l’amore di Dio che ha reso possibile questo e specie la filiazione divina. Con la nuova nascita, infatti, lo Spirito Santo ha creato nel credente una reazione filiale con il Signore nella profonda intimità del cuore. Tale filiazione si manifesterà pienamente con la visione di Dio (cfr. Mt 5,8).

Le espressioni giovannee “Figlio di Dio” ed “essere nato da Dio” (v. 2) significano essere uomo nuovo, chiamato a camminare per una vita nuova, imitando il Padre in una progressiva assimilazione e comunione con lui, che diventerà identificazione quando lo si vedrà faccia a faccia (cfr. 1Cor 13,12). Il valore della vita cristiana risiede e aumenta nel fatto che siamo figli, fedeli ai suoi comandamenti e salvati da un Padre che ci ama e ci dà fiducia, e al quale possiamo chiedere qualsiasi cosa. Il mondo, invece, che rifiuta Dio e non conosce Gesù, non ama i cristiani e si oppone al regno di Dio e al Vangelo.

Il precetto che il Signore ha lasciato ai suoi discepoli è chiaro: credere nella persona di Gesù e vivere l’amore fraterno, la cui caratteristica è l’esempio di Cristo (v. 23). La misura dell’amore cristiano è la capacità di donarsi. Chi pratica questo vive in comunione con Dio e possiede lo Spirito (v. 24).

Torna indietro