SS.MA TRINITA' . domenica 16 giugno 2019

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Romani 5,1-5

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

 

La lettera ai Romani si presenta come un annuncio globale e il messaggio cristiano e il brano che oggi la liturgia ci propone ne è uno dei passaggi essenziali e, a suo modo, riassuntivi. La prima cifra che vi si trova e che costituisce il criterio fondamentale dell’annuncio e la giustificazione per fede (v.1; cfr. Rm 1,16-4,25). Giustificazione per fede significa fondamentalmente che a fondamento della vita di un cristiano non stanno le capacità umane, ma egli è giusto attraverso la giustizia che proviene dall’amore di Dio (cfr. Rm 3,21s). È questo il primo annuncio di libertà che viene dal cristianesimo: non occorre basarsi sulla propria capacità di essere santo e di osservare la legge, né nella propria capacità di sottile ragionamento o di successo. Occorre invece, affidarsi alla promessa di Dio che ci regala la vita nuova.

Chi ci permette un secondo annuncio di libertà è Gesù Cristo, che ci offre la libertà sia di fronte al peccato che di fronte alla legge (cfr. Rm 5,12-20). A questo riguardo, basta scorrere i vangeli per trovare in lui l’esempio di cosa significhi questa libertà: annuncio della bontà di Dio anche di fronte alle persecuzioni e al dolore del mondo, condivisione del pane con chi è vicino e con chi è lontano da noi, amore per la verità che proviene dalla propria coscienza e dalla propria relazione con Dio, sconfitta dalla morte della risurrezione.

Per accostarci a questo mistero, tuttavia, il nostro brano descrive un cammino che attraversa passo dopo passo tribolazioni – termine che indica a un tempo le sofferenze della vita (cfr. per esempio 2Cor 1,4ss), le sofferenze della Chiesa che si unisce in questo alla passione di Cristo (cfr. per esempio Col 1,24) e la tentazione suprema di fronte alla morte e al martirio (cfr. per esempio Ap 7,14) – la pazienza, la virtù provata e la speranza. Questo significa, d’altronde, riuscire a compiere un cammino spirituale che porti a vivere in pienezza della grazia della Spirito che già opera nel cuore dei credenti (cfr. Rm 8): questa vita nello Spirito rende conto di fronte al mondo e al cuore di ognuno della propria fede, della propria speranza e della propria carità.

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