SS.MA TRINITA' . domenica 7 giugno

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 2 Corinzi 13,11-13

Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

 

Siamo alla conclusione della lettera nella quale Paolo ha voluto difendere l’autorità del suo ministero di fronte ad alcuni membri della comunità che non la riconoscevano. La chiesa di Corinto era attraversata da divisioni (cfr. 1 Cor 1,10-12). Per questo, in un’ultima esortazione, l’Apostolo invita a vivere in pace, ad essere concordi, a farsi coraggio reciprocamente (v. 11): questi atteggiamenti sono il modo concreto di «tendere alla perfezione», e diventano la condizione per sperimentare la presenza del «Dio dell’amore e della pace». Questa qualificazione di Dio ha valore sintetico e richiama l’obiettivo dell’azione di Dio in Gesù Cristo, che Paolo ha ricordato essere oggetto del suo annuncio: la riconciliazione (2 Cor 5,18-20). Tutto è riassunto nella formula liturgica conclusiva, nella quale si attribuiscono, rispettivamente a Gesù Cristo, a Dio, allo Spirito Santo, la grazia, l’amore, la comunione (partecipazione). La distinzione fra i tre termini mantiene un suo valore: la grazia indica la bontà gratuita che i credenti hanno sperimentato in Gesù Cristo, in particolare nella sua croce; l’amore indica l’identità di Dio e il suo corrispondente donarsi agli umani; la comunione (partecipazione) è l’esito dell’azione dello Spirito nella comunità. Nell’insieme la formula vuole suggerire che l’azione riconciliatrice di Dio in Gesù Cristo trova il suo riscontro nella comunicazione che la comunità vive quale frutto dello Spirito.

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