TRASFIGURAZIONE del SIGNORE . domenica 6 agosto

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Daniele 7,9-10.13-14

Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana, il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo, giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno, tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano, il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto.

 

Al profeta è rivelato in visione notturna il disegno di Dio sulla storia. Egli vede il susseguirsi di grandi imperi e dei loro violenti dominatori (7, 2-8), ma questo spettacolo dell’alterigia umana si interrompe: a Daniele viene concesso di contemplare le vicende dal punto di vista del Signore della storia. Egli è il Giudice onnipotente (cfr. v. 10), che conosce e valuterà definitivamente l’operato degli uomini, ma è anche colui che interviene nel tempo per riscattarlo: ai regni terreni, infatti, si contrappone il Regno che l’“Antico di giorni” affida all’opera di un misterioso “Figlio dell’Uomo” veniente sulle nubi (vv. 13s.). L’autore sacro indica così che questo personaggio è un uomo, eppure è di origine divina, celeste.

Non si tratta più del Messia davidico atteso per restaurare con potenza il regno di Israele, ma della sua trasfigurazione soprannaturale: il Figlio dell’Uomo inaugurerà un Regno che, pur inserendosi nel tempo, “non è di questo mondo” (Gv 18,36). Esso trionferà infine sugli imperialismi mondani, portando la storia al suo compimento escatologico. Allora “i santi dell’Altissimo” parteciperanno pienamente alla sovranità del Figlio dell’Uomo e costruiranno una cosa solo con lui e in lui (Dn 7,18.22.27). Con questa figura biblica Gesù si identificherà spesso nella sua predicazione e, in particolare, nell’ora decisiva del processo davanti al Sinedrio che lo condannerà alla morte di croce.

Torna indietro