V DOMENICA di QUARESIMA . 7 aprile

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Filippesi 3,8-14

Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

 

Il brano ci offre la testimonianza di un uomo toccato dalla novità di Dio. Paolo, che forse come nessun altro poteva vantare un passato glorioso in seno Il brano ci offre la testimonianza di un uomo toccato dalla novità di Dio. Paolo, che forse come nessun altro poteva vantare un passato glorioso in seno al giudaismo, afferrato da Cristo, non esita a considerare spazzatura tutto quello che fino ad allora era stato per lui motivo di prestigio. Libero prigioniero dell’amore di Cristo (v. 12), si presenta come un’atleta giunto alla dirittura d’arrivo di quella corsa che è la vita terrena (v. 14). E, davanti a ‘spettatori’ giudaizzanti, fieri della giustizia che viene dalla legge, l’Apostolo tratteggia magistralmente la sua biografia (vv. 4-14): l’orgoglioso fariseo di un tempo (vv. 4-6) ha visto paradossalmente rovesciato il suo modo di intendere guadagno e perdita (vv. 7-8). «Conquistato da Gesù Cristo», in un crescendo di intimità con il ‘suo’ Signore (v. 8), egli ormai aspira esclusivamente a guadagnare (v. 8), conoscere (v. 10), conquistare (v. 12) lui, con l’intensità ineffabile di chi trova riposo e slancio sempre rinnovato nel pregustare un premio che non ha eguali né prezzo (vv. 8.14).

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