VI DOMENICA di PASQUA . 17 maggio

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 1Pietro 3,15-18

Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male. Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.

 

Se si vuol essere autentici cristiani - afferma Pietro - non si può evitare la persecuzione, a qualunque condizione sociale si appartenga. Per glorificare con la vita il nome di Cristo, occorre non avere paura di soffrire. Citando Is 8, 12b-13, l'apostolo esorta a rimanere saldi nel Signore. Da qui scaturisce la limpida forza nel dare ragione della propria fede. Se nel mondo domina la violenza, il cristiano deve risplendere per la virtù della fortezza, che lo rende mite e dolce nelle parole, pronto a operare sempre in conformità del vangelo, e perciò inoppugnabile (v.16). Allora ogni sofferenza subita sarà un "sacrificio santo e gradito a Dio" (Rm 12,1), unito a quello di Cristo (v.17).

Egli con la sua morte espiatrice ha liberato gli uomini di ogni tempo dalla schiavitù del peccato come il Servo sofferente profetizzato da Isaia (53,11b). In tal modo l'umanità intera è ricondotta a Dio, in qualità di offerta a lui sacra. Il finale della pericope (v. 18b) esprime in modo pregnante e lapidario il significato della Pasqua del Signore: egli è stato "messo a morte nella carne" - assunta per poter prendere su di sé ed espiare il peccato dell'uomo - ma è "reso vivo nello spirito" perché l'amore che lo ha spinto al dono totale di sé è più forte della morte. In questo passaggio - pasqua - si rivela la gloria di Dio. Solo adorando nel proprio cuore questo mistero, il cristiano avrà la forza di affrontare la persecuzione come il suo Signore, testimoniando con la parola e con la vita la speranza che lo sostiene.

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