VI DOMENICA "PER ANNUM" . 11 febbraio

a cura di don Giuseppe

Seconda Lettura: 1Corinzi 10,31-11,1

Fratelli, sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

 

Il breve passo paolino ricorda tre norme che devono illuminare la vita del cristiano: fare tutto per la gloria di Dio; non dare scandalo a nessuno, né dentro né fuori la comunità; imitare nella propria condotta di vita l’agire e gli insegnamenti di Gesù. Il brano si colloca nel contesto in cui Polo insegna alla comunità come vivere con semplicità la propria giornata senza moralismi e senza dare scandalo. Il caso concreto di cui egli parla riguarda il mangiare la carne immolata agli idoli: è lecito o no cibarsene? Alcuni sono persuasi che non esistono idoli e dunque la carne immolata è uguale a qualsiasi altra carne: è lecito perciò mangiarla. Il fatto era molto sentito nella comunità perché la carne degli animali immolata nei templi era venduta a basso prezzo. Ma altri nella comunità non la pensavano così, essendo ancora schiavi delle loro superstizioni, e ne rimanevano scandalizzati. In tutta questa vicenda il pensiero di Paolo era chiaro: non esiste differenza tra cibo e cibo; tuttavia se un cibo o qualsiasi altra cosa scandalizza i fratelli eviterò di mangiare carne (cfr. 8,13). Tra la propria libertà e l’edificazione comune è questa che deve avere la priorità: “Tutto è lecito! Sì, ma non tutto edifica. Nessuno cerchi il proprio interesse, ma quello degli altri” (10,23 s.). L’insegnamento di Paolo si riallaccia senza dubbio allo stile di vita del Signore Gesù, che ha speso tutta la propria vita non per la ricerca di sé, ma per l’attenzione e la donazione di sé agli altri.

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