VII DOMENICA "per ANNUM" . 23 febbraio

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 1Corinzi 3,16-23

Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia. E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani. Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

 

Paolo intende mettere in evidenza ai Corinzi ciò ce nei loro atteggiamenti ostacola l’azione dello Spirito. L’orgoglio, le divisioni, minano l’edificio di Dio che è la comunità (3,4 – 17) profanano l’opera che Dio vuole compiere e della quale si mostra geloso: chi oserà attentare a ciò che è proprietà di Dio subirà lui stesso la distruzione. Se sulla chiesa, tempio di Dio, non potrà prevalere alcuna forza (cfr. Mt 16,18), è altrettanto vero che ogni singola comunità, ogni chiesa locale deve vigilare sulle lacerazioni che possono minacciare la sua integrità. Dopo questo richiamo, Paolo conclude la sua riflessione sulla sapienza (vv. 18-23), ricordando che solo chi accoglie con umiltà la stoltezza della croce potrà diventare veramente sapiente, c’è un cammino da compiere: della sapienza autosufficiente dell’uomo vecchio, a quella dei piccoli dei piccoli ai quali Dio rivela il suo disegno (Mt 11,25). Il Signore conosce i pensieri dei sapienti (v. 20): sono, come potrebbe intendere il termine, dei complotti che determinano il conflitto tra gruppi, tra frazioni capitanate da capi che si appropriano dell’onore dovuto a Dio. Il discepolo, nel suo essere relativo a Cristo e nella dedizione totale alla sua causa, può dirsi sapientemente e liberamente padrone di ogni cosa. “Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (v.23): si tratta di un’appartenenza esclusiva che abolisce e annienta ogni sovranità tentata degli uomini e che, all’interno della comunità, non permette a nessuno di spadroneggiare sulla vita degli altri (cfr. 2 Cor 1,24).

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