VIII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 3 marzo

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 1Corinzi 15,54-58

Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

 

Paolo, portando a termine il suo insegnamento circa la risurrezione di Cristo e nostra e dopo essersi interrogato sul ‘come’ risuscitano i morti e con ‘quale’ corpo (v.35), prima risponde con immagini approssimative (vv. 36-44), che fanno capire la risurrezione come una vera trasformazione, poi aggiunge motivi di fede. Si intuisce il tono triste e sconfortato dell’ Apostolo nel constatare come i cristiani di quella comunità fossero succubi di una mentalità materialistica, che tende a dissociare il corpo dallo spirito. Tale stoltezza non sembra a lui sopportabile, soprattutto perché non tiene presente e non fa i conti con il mistero pasquale di morte e risurrezione. I cristiani non possono a questa verità.

La risurrezione per Paolo inaugura una novità assoluta nella vita di Cristo e dei cristiani: il passaggio da un corpo animale a un corpo spirituale è inscritto nel disegno salvifico di Dio. Non è possibile perciò riflettere sul corpo spirituale alla stregua delle nostre esperienze relative al corpo animale. La relazione tra il primo uomo, Adamo, e Cristo, l’ultimo Adamo, è pure assai illuminante; Paolo stabilisce un chiaro rapporto tra l’economia della creazione e quella della redenzione per affermare che la novità di Cristo non consiste nell’avere la vita, ma nel dare la vita nuova a tutti. Sarà un dono integrale, nel senso che riguarderà tutto l’uomo – corpo, anima e spirito – per un’esperienza di vita nuova ed eterna, così che dopo essere stati fratelli del primo uomo, Adamo, avendo portato l’immagine dell’uomo di terra, saremo anche fratelli dell’ultimo Adamo, Cristo, portando l’immagine dell’uomo celeste.

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