XIII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 1 luglio

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: 2Corinzi 8,7.9.13-15

E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest'opera generosa. Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: Colui che raccolse molto non abbondò, e colui che raccolse poco non ebbe di meno.

 

I cc. 8 e 9 della seconda lettera ai Corinzi sono entrambi dedicati a sviluppare il motivo della coletta a favore dei fratelli bisognosi della chiesa di Gerusalemme. Paolo alterna lo stile esortativo, con il continuo incoraggiare e lo stimolare i Corinzi a compiere quest’opera di bene, con quello dimostrativo, atto cioè a fondare la sua richiesta nell’essere stesso di Dio in Cristo Gesù.

All’interno del nostro brano risulta perciò centrale l’affermazione del v.9, che funge da motivo cristologico portante di tutta l’argomentazione: la vicenda terrena di Gesù insegna a ogni cristiano che la vita è frutto della spogliazione di sé e la resurrezione è donata attraverso la morte. Ora i cristiani della Chiesa di Corinto hanno modo di sperimentare in prima persona quale garanzia non si nutre solo di parole o di buone intenzioni (Paolo allude più volte all’intenzione espressa dai Corinti più di un anno prima, ma mai portata a termine: cfr. 8, 10; 9, 2 – 4), ma diviene fattivo passando attraverso la rinuncia a qualcosa che appartiene a noi stessi, amore che opera a motivo del bisogno che vede nel fratello.

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