XIV DOMENICA "PER ANNUM" . 5 luglio

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Romani 8,9.11-13

Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori, non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali; perché, se vivrete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

 

Colui che mediante il battesimo è unito alla morte e risurrezione di Cristo (Rm 6,3s.) è un uomo liberato. Infatti la fragilità della nostra natura (“carne”, nel linguaggio paolino) ci inclina fin troppo facilmente ad asservirci al peccato: Paolo esprime tale realtà con i termini ‘vivere’ – ‘camminare’ “secondo la carne”. Questo però non è più un destino ineluttabile, poiché un nuovo principio dirige la vita di chi appartiene a Cristo: lo stesso Spirito di Gesù, caparra della risurrezione dei credenti (vv. 9.11). E dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà (2 Cor 3,17). La nuova, splendida costruzione del cristiano, che Paolo annunzia con fierezza (Rm 8,1-4), è insieme dono irrevocabile di Dio (cfr. 11,29) e quotidiano impegno dell’uomo. La libertà vera va continuamente scelta e si concretizza in quel rinnegamento di sé che è condizione imprescindibile per seguire Cristo (Lc 9,23-25). Lo Spirito dà luce e forza perché ciascuno possa vedere e compiere i passi del cammino della libertà, un cammino che, attraverso la mortificazione, conduce fin d’ora alla vita in pienezza (v.13).

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