XX DOMENICA "PER ANNUM" . 16 agosto

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Romani 11,13-15.29-32

Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

 

Dopo aver messo in luce il rifiuto di Israele nei confronti del Messia-Cristo, Paolo si domanda se ciò comporti il ripudio di Israele da parte del Dio dell’alleanza. Detto che questo è impossibile, resta da spiegare la ragione di un fatto di tanta portata, ragione consistente nella “gelosia” che il passaggio delle promesse dai Giudei ai pagani avrebbe suscitato nel popolo eletto, motivandone ulteriormente la fedeltà al Dio dei Padri e ai suoi disegni di salvezza. Il rifiuto opposto al Cristo da Israele ha segnato la riconciliazione del mondo, scrive Paolo. Ma quando Israele riconoscerà in Cristo “il termine della Legge” (Rm 10,4), allora sarà “come una vita dai morti”, un evento strepitoso che solo la potenza divina può compiere. Per meglio chiarire il suo pensiero, l’Apostolo sviluppa (nella sezione omessa dalla liturgia) la metafora dell’oleastro (i pagani) innestato nell’olivo (i Giudei) per concludere dicendo: “Se tu sei stato reciso dall’oleastro e sei stato innestato su un olivo buono quanto più essi potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo” (v. 24). A questo punto Paolo parla di ‘mistero’, di piano provvidenziale di Dio che attende l’ingresso delle genti nel regno messianico, per poi dischiuderne l’accesso a Israele. Nessuno dei due popoli – Giudei e pagani – deve arrogarsi diritti di primogenitura, perché entrambi passano attraverso ka disobbedienza ed entrambi sono chiamati a sperimentare la misericordia divina.

Torna indietro