XXI DOMENICA "PER ANNUM" . 27 agosto

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Isaia 22,19-23

Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkia; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua sciarpa e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un paletto in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.

 

“Questo oracolo si situa dopo la liberazione di Gerusalemme nel 701 a.C., che pose fine alla campagna vittoriosa fino allora di Sennacherib” (Bibbia di Gerusalemme). Isaia, che aveva annunziato la liberazione, regista un episodio che invita a considerare la precarietà delle ambizioni umane e come solo l’iniziativa divina può garantire ordine e progresso. Si tratta della sostituzione del maggiordomo del re Ezechia (716-687 a. C.), dovuta alla megalomania dimostrata nel volersi costruire il sepolcro sotterraneo su un’altura rupestre (v. 16b). Chi riceve da Dio stesso l’investitura – nel nostro caso si stratta del maggiordomo che ha poteri su tutta la reggia – si rivela “padre” dei suoi connazionali, sarà giudice equo e costruirà un sicuro punto di riferimento per la stabilità del regno. Il passo relativo alle chiavi è stato ripreso in riferimento alla messianicità di Cristo (Ap 3,7) e al ruolo di Pietro nella comunità di Gesù (Mt 16,19). Lo ritroviamo per altro nell’antifonia ‘O’ o ai vespri della liturgia prenatalizia del 20 dicembre: “O Clavis David…”.

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