XXII DOMENICA "PER ANNUM" . 2 settembre 2018

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA: Giacomo 1,17-18.21b.22.27

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.

Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

 

Con questa domenica si iniziano a leggere alcuni brani della lettera di Giacomo. Controversa e l’attribuzione di questo testo ispirato. Si nota una certa convergenza degli esegeti nel ritenere che l’autore abbia posto lo scritto sotto il nome di Giacomo, “fratello del Signore” e primo responsabile della comunità di Gerusalemme (cfr. At 12, 17; 15, 13ss.; Gal 1,19) per conferirgli autorevolezza. Può darsi che abbia raccolto in esso parole o contenuti effettivamente risalenti a Giacomo.

Il brano proposto si compone di diversi versetti, di cui la “parola di verità” è il punto di convergenza. Per mezzo della Parola, Dio Padre ha generato i cristiani (v. 18), non solo nell’atto del creatore, ma – s’intende qui – al momento della rinascita nel battesimo. È questo il dono per eccellenza elargito dal Padre, il quale non muta, né in sé, né nel suo libero operare (v. 17). Egli ha reso i cristiani suoi figli ed essi, primi fra tutte le creature, già sperimentano quella vita nuova (v. 18b) che traboccherà nel compimento della beatitudine eterna.

Giacomo sa che la parola di Dio, la quale svela la verità su Dio e sull’uomo, ha una forza intrinseca; ma porta pienamente frutto solo con la collaborazione del credente. Occorre che la Parola trovi spazio nel cuore dell’uomo, reso disponibile ad ascoltarla e a metterla in pratica, scevro dallo spirito di polemica. Allora essa diviene di fatto portatrice di salvezza. Se la Parola è ascoltata, ma non accolta, invece, si alimenta nell’uomo un falso rapporto con Dio illudendo del contrario (vv. 21b – 22). È ben chiaro – afferma l’autore sacro – in che cosa consista l’autentica manifestazione della fede: nel prendersi cura di coloro che sono trascurati, indifesi, oppressi, non seguendo la mentalità mondana e i suoi pseudo – valori. Contro la tentazione, sempre insidiosa per il credente di ogni tempo, di scindere culto e stile di vita (cfr. Is 1, 11- 15; Am 5, 21- 24), la lettera di Giacomo ‘traduce’ in termini pratici e inequivocabili il perenne detto del Signore: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile ad un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia […]. Chiunque ascolta questa mie parole e non le mette in pratica, sarà simile ad un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia” (Mt 7, 24ss).

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