XXIII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 6 settembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Romani 13,8-10

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: “Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai”, e qualsiasi altro comandamento, si riassume in questa parola: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge è infatti la carità.

 

Lo stralcio della Lettera ai Romani appartiene alla parte esortativa della stessa, in cui Paolo porta il discorso del piano dottrinale a quello pratico della vita del cristiano. L’Apostolo richiama qui l’attenzione sul precetto della carità, usando espressioni così efficaci e sintetiche da far meritare a questo brano il titolo di secondo inno paolino alla carità.

Nei versetti precedenti, Paolo si era soffermato sui doveri dei cristiani verso le autorità civili, in particolare sul dovere di “rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto” (v.7); ora parla di un debito particolare che non si estingue mai: quello dell’amore vicendevole. “Questo debito”, osserva H.U. von Balthasar, “discende dal titolo di cristiani, che essi portano solo perché essi vogliono esistere in ordine al patto di amore di Dio con l’umanità, patto che si concreta nel sacramento della chiesa. Nessuno li costringe a credere, ma se credono essi ‘devono’ amare ‘liberamente’, in una maniera incondizionata come incondizionata è anche la fede stessa”.

Infatti Paolo cita qui Lv 19,18 (“Amerai il prossimo tuo come te stesso”), interpretando però l’imperativo nella nuova accezione datane da Gesù in Mt 22,40, dove il “prossimo” non è soltanto il connazionale, e dunque il membro della comunità cristiana, ma ogni uomo. Il progetto di vita cristiana trova pertanto il fulcro del comandamento dell’amore che integra in sé tutta la legge, sia quella antiche che quella del Nuovo Testamento. In questo senso “l’amore è la pienezza della legge” (v.10), cioè il suo compimento, la sua piena maturazione, il suo nucleo essenziale.

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