XXIX DOMENICA "PER ANNUM" . 20 ottobre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 2Timoteo 3,14-4,2

Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

 

Nelle lettere a Timoteo la custodia e trasmissione del “deposito” – cioè della tradizione ricevuta dagli apostoli – è una sorta di parola d’ordine. Tale testimonianza di fede deve essere mantenuta intatta per essere poi restituita e trasmessa attraverso la predicazione e la vita della chiesa. Il fondamento di questa tradizione è dato dalle Sacre Scritture, del cui ruolo salvifico ed efficace si parla nei vv. 14 – 16: affermazione fondamentale, insieme con 2 Pt 1,19 – 21, circa il carattere ispirato della Scrittura. “Ogni scrittura, per il fatto che è ispirata da Dio…”, come si potrebbe anche tradurre il v. 16a, è sommamente utile per la vita del credente, mentre le chiacchere di “falsi dottori” sono inutili (cfr. Tt 3.9), anzi dannose.

Il c. 4 si apre con un’esortazione accorata e intensa (“Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti”) fino a divenire un vero e proprio testamento spirituale nei vv. 6 – 8, in cui Paolo si sente prossimo al martirio. L’Apostolo invita il diletto Timoteo ad annunziare la Parola instancabile (la formula usata ha sapore proverbiale ed equivale a ‘sempre’). Dal suo ascolto e dalla sua obbedienza, infatti, viene la salvezza (cfr. Rm 10,17).

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