XXVI DOMENICA "PER ANNUM" . 29 settembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 1Timoteo 6,11-16

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen.

 

Timoteo, alunno di Paolo, ha già preso la sua decisione, e questo pubblicamente, davanti a molti testimoni” (v.12), proprio come Gesù stesso davanti a Pilato e a tutto il popolo ha preso la sua decisione e fatto la sua testimonianza. Si tratta d’ora in poi soltanto di perseveranza nella decisione implicita presa nel battesimo e in tal modo “raggiungere la ita eterna” (v.12), anche se questa perseveranza esige una lunga lotta, o – come scrive Paolo – “la buona battaglia della fede” (v.12). Ma questo “raggiungere la vita eterna” non è frutto di sforzi umani, ma solo dono di Dio. Decidersi per Dio, rendergli testimonianza significa solo confessare davanti a molti testimoni che Dio ci ha afferrati e chiamati a combattere il buon combattimento della fede.

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