XXVIII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 11 ottobre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. Filippesi 4,12-14.19s.

Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

Paolo inizia questo testo usando termini contrapposti: povero/ricco, sazietà/fame, abbondanza/indigenza. Sono opposizioni che vogliono indicare la totalità. Dice infatti: “Sono iniziato a tutto” (v. 12). Aggiunge, però, che questa iniziativa è stata operata e viene promossa da “Colui che mi dà forza” (v. 13). Dio è il Tutto e chi si immerge in lui si immerge nel Tutto. Dirà a Teresa d’Avila: “Nulla mi turba, nulla mi tormenta, solo Dio basta”. La vita, nella sua totalità, non esclude tuttavia la tribolazione.

I Filippesi hanno preso parte alla tribolazione di Paolo lo hanno aiutato. Quell’aiuto è stato “un profumo di soave odore, un sacrificio gradito a Dio” (v. 18, omesso dalla liturgia). Dio – aggiunge Paolo – non si fa vincere in generosità. Colmerà ogni bisogno dei Filippesi secondo la sua ricchezza, con ogni magnificenza in Cristo Gesù. Dunque: “Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen” (v. 20).

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