XXVIII DOMENICA "PER ANNUM" . 15 ottobre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Isaia 25,6-10a

Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. Poiché la mano del Signore si poserà su questo monte». Moab invece sarà calpestato al suolo, come si pesta la paglia nella concimaia.

 

Il testo di Isaia ci presenta il convito messianico che il Signore degli eserciti preparerà sull’alto monte, a Gerusalemme. Si tratta di un convito splendido, con vivande che promettono la vita senza paura dalla fame, disposto dal Signore per tutte le genti, per tutti i popoli, anche per quelli che fino ad ora non hanno potuto contemplare il Signore per avere avuto velato il loro volto.

Già altrove nel libro di Isaia era stato scritto: “In quel giorno, vi sarà una strada dall’Egitto in Assiria; gli Assiri andranno in Egitto, e gli Egiziani in Assiria, e gli Egiziani serviranno l’Eterno con gli Assiri. In quel giorno, Israele sarà terzo con l’Egitto e con l’Assiria, e tutti e tre saranno una benedizione in mezzo alla terra. L’Eterno degli eserciti li benedirà, dicendo: ‘Benedetti siano l’Egitto, mio popolo, l’Assiria, opera delle mie mani, e Israele, mia eredità!’" (19,23-25). Il Signore, con l’eliminazione della morte, l’ultima nemica, precipitata nel nulla, asciugherà ogni lacrima dal volto dei popoli.

Israele, suo popolo e sua eredità, potrà esprimere la sua gioia e la sua allegrezza perché la lunga e sofferta sua speranza si è dimostrata fondata. In altri termini, il Signore è stato fedele alla sua parola, nonostante la lunga attesa. D’altra parte Moab, che persevera nella sua superbia, non parteciperà al banchetto (cfr. la seconda parte del v. 10, omesso dalla liturgia).

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