XXXIII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO . 15 novembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA 1 Ts 5,1-6

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti, sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti, siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

 

Il testo di Paolo ripropone il carattere imprevedibile della venuta del Signore e della vigilanza con immagini che sono familiari ad altri testi del Nuovo Testamento (cfr. Mt 24,43 ss; Ap 3,3; 16,15). Nei riguardi dell’uomo Dio si comporta come un ladro nella notte: la sua venuta è imprevedibile e senza preavviso (v. 2), giunge quando meno lo si attende (v. 3). Non rimane altro che stare costantemente svegli, pronti ad ogni evenienza. Non sono concesse dilazioni o indebite sicurezze.

A ben riflettere l’Apostolo sottolinea anche le caratteristiche che deve assumere la vigilanza del cristiano in attesa della venuta del Signore. Questo stato di vigilanza non è solo di ordine intellettuale, ma anche morale. Paolo, infatti, spiega che cosa significhi ‘vigilare’, quando dice in modo conciso: “Restiamo svegli e siamo sobri” (v. 6). La sobrietà è quella virtù che è l’astensione da tutto ciò che annebbia la mente e appesantisce la coscienza e il cuore. Chi vuole essere vigilante, essere cioè sempre in grado di prendere la giusta decisione della cita, deve avere equilibrio, misura e libertà delle cose. L’essere senza un freno nella vita rende sonnolenti, privi di volontà e superficiali. Il valore della vita – dirà l’Apostolo – è la morte e l’incontro con il Signore Gesù. Anzi, è la sua risurrezione che dà significato alla morte stessa. Il cristiano desto e sobrio è “figlio del giorno”, sfida la notte andando incontro con gioia al Signore che viene.

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