XXXIII DOMENICA "PER ANNUM" . 17 novembre

a cura di don Giuseppe

SECONDA LETTURA. 2Tessalonicesi 3,7-12

Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

 

Dopo l’ortodossia, nell’ultima parte della seconda lettera ai Tessalonicesi viene raccomandata l’ortoprassi. Un simile passaggio, è dettato dal compartimento stravagante di alcuni membri della comunità che avevano abbandonato il posto di lavoro in nome del vangelo, a motivo, forse, della fede in una imminente manifestazione del Signore. Questo cristianesimo vissuto tra le nuvole non giovava alla crescita della comunità e neppure alla sua credulità nell’ambiente di Tessalonica. Di vagabondi dediti a procurare noie al prossimo, Paolo ne aveva incontrati già tanti e aveva dovuto dare dimostrazione di non essere come loro lavorando. Non c’era quindi bisogno di averne altri proprio dentro la comunità. L’Apostolo che, seppure rivestito dell’autorità di guida, si era ‘mimetizzato’ a Tessalonica tra i lavoratori e non si era vergognato di guadagnarsi il pane come loro, non vuole che qualcuno smetta di lavorare e viva senza schemi di riferimento, ma propone la mímēsis, cioè l’imitazione, di se stesso. Egli fornisce, infatti, la più evidente dimostrazione della praticabilità del messaggio cristiano in ogni ambiente di vita. Le parole della lettera ricordano i detti del vangelo sul servo fedele e vigilante che il padrone trova sveglio. Egli riceverà la sua ricompensa proprio perché non ha abbandonato la sua occupazione, ma, certo del ritorno del Signore, gli ha fatto trovare tutto in ordine e si è fatto trovare pronto (cfr. Lc 12,35-48).

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